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Il Primo Ministro sta arrivando, per favore alzatevi in piedi

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Con un nuovo protocollo formale, Nikol Pashinyan sembra adottare una nuova immagine d’acciaio. Lo stile si tradurrà in sostanza?

All’inizio di una riunione di Gabinetto il 24 giugno, il direttore dell’Ufficio del Protocollo del governo armeno ha dato un insolito avvertimento: quando il Primo Ministro entra, i membri devono salutarlo alzandosi in piedi.

Il gesto, senza precedenti, non è passato inosservato e Romanos Petrosyan, Ministro dell’Ambiente, è stato costretto a spiegare ai giornalisti che lo hanno messo alle strette dopo l’incontro: “Non ha niente a che fare con la dittatura”, ha detto [in russo]. “Quando il Capo dello Stato entra nella stanza, è corretto alzarsi”.

Quando i giornalisti hanno osservato che Nikol Pashinyan, che è stato rieletto Primo Ministro il 20 giugno, non aveva mai osservato quel tipo di protocollo, Petrosyan ha spiegato: “Allora era velluto, adesso è acciaio”.

Pashinyan è salito al potere per la prima volta nel 2018 come uomo del popolo che ha guidato le proteste di strada che sono diventate note come “Rivoluzione di Velluto”, per il cambio di potere non violento che è riuscito ad effettuare. Ma in queste elezioni, che Pashinyan è stato costretto ad indire dopo che la sua autorità si era indebolita in seguito alla sconfitta dello scorso anno nella guerra contro l’Azerbaigian, il Primo Ministro ha adottato una nuova immagine più dura, promettendo ripetutamente che avrebbe rinunciato al velluto e lo avrebbe sostituito con l’acciaio [in inglese]. Ad una manifestazione post-elettorale, ha promesso che avrebbe istituito una “dittatura della legge” e gli è stato offerto cerimonialmente un “mandato d’acciaio”.

Anche sotto il predecessore di Pashinyan, Serzh Sargsyan, ci si aspettava che il governo si alzasse in piedi quando entrava nella stanza, ma ciò era coerente con il comportamento formale di Sargsyan.

Pashinyan, il cui berretto da baseball e zaino sono diventati icone nel 2018, ha portato in carica quello stile più democratico. Anche la sua accessibilità alla stampa, i frequenti incontri con i normali cittadini, e l’uso costante dei video in diretta di Facebook lo hanno reso un leader più informale.

Dopo la guerra, tuttavia, ha ridotto il suo accesso alla stampa, incontra i cittadini normali solo con la presenza massiccia della sicurezza, e ha ridotto significativamente il suo utilizzo di Facebook.

Resta da vedere quanto lo stile acciaio si tradurrà in sostanza.

I membri dell’opposizione, che ha perso rovinosamente contro il partito Contratto Civile di Pashinyan nelle recenti elezioni, hanno affermato che Pashinyan sta iniziando una “caccia alle streghe” contro i suoi sostenitori. Il 22 giugno, il difensore civico per i diritti umani del paese, Arman Tatoyan, ha riferito che il sindaco di Odzun, una città di circa 5.000 abitanti nella provincia settentrionale di Lori, è stato picchiato da un gruppo di persone che chiedevano le sue dimissioni.

Il sindaco, Arsen Titanyan, era un sostenitore di Robert Kocharyan, l’ex presidente che guidava l’alleanza Armenia, arrivata seconda distaccata nei sondaggi. Titanyan ha detto ai media locali di essere stato attaccato da un gruppo di circa 10 persone che includeva Aram Khachatryan, governatore di Lori e alleato di Pashinyan. Il procuratore generale del paese ha aperto un procedimento penale ed è stato deferito al comitato investigativo speciale. Khachatryan ha negato [in armeno] le accuse.

In una conferenza stampa [in inglese] post-elettorale, Kocharyan ha predetto che sarebbero seguite “repressioni”. Un portavoce della sua alleanza, Aram Vardevanyan, ha affermato che molti altri funzionari locali hanno subito forti pressioni da parte del governo affinché si dimettessero dopo le elezioni. “Se le autorità non metteranno fine a questa pratica, scateneranno una nuova crisi politica”, ha affermato [in armeno] Vardevanyan in una nota.

La promessa di Pashinyan di una “dittatura della legge” ha poco a che fare con la legge, ha accusato Avetik Iskhanyan, capo del Comitato Helsinki armeno, un’organizzazione per i diritti umani. “Intendeva una dittatura di vendetta”, ha detto Iskhanyan a 5° Canale, una rete televisiva affiliata a Kocharyan, il 24 giugno. “Tutti quelli che gli si sono opposti e lo hanno criticato, specialmente coloro che hanno influenza negli organi statali o al di fuori, saranno vittime della vendetta”.

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Articolo di Ani Mejlumyan pubblicato su Eurasianet il 25 giugno 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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